7 ottobre – 19 novembre 2006 Manifesti d'autore per la XXV fiera del Tartufo
Da Sassu a Fontana.
Manifesti d’autore per la Fiera del Tartufo
Alba, Palazzo Mostre e Congressi, Piazza Medford
7 ottobre – 19 novembre 2006
La Fondazione Ferrero, il Centro Studi di Letteratura, Storia, Arte e Cultura “Beppe Fenoglio” in collaborazione con l’Ente Fiera organizzano a Palazzo Mostre e Congressi (piazza Medford) la mostra «Da Sassu a Fontana. Manifesti d’autore per la Fiera del Tartufo».
http://www.fondazioneferrero.it/EVE/Manifesti_Tartufo/Manifesti.htm
L’esposizione riprende un’idea dei pittori Pinot Gallizio (1902-1964) e Piero Simondo che nel 1955 coinvolsero diversi artisti - Aligi Sassu, Lucio Fontana, Farfa, Luigi Caldanzano, Emanuele Luzzati, Antonio Siri, Bruno Sandri, Sergio Dangelo, Ego Bianchi, Agostino Mantegazza e altri - nella realizzazione di un manifesto dedicato alla Fiera e alle sensazioni che questa sapeva stimolare.
Ricostruendo la storia di queste opere, si scopre la grande importanza che ebbe Albisola Marina, piccolo centro a pochi chilometri da Savona, riferimento creativo per molti artisti italiani e stranieri, d’avanguardia e no, che qui sperimentarono la lavorazione della ceramica a fianco di sapienti artigiani, a loro volta sensibili alla novità dell’arte. Ad Albisola capitò anche Pinot Gallizio, grazie al contatto stabilito nell’autunno del 1954 con i ceramisti Antonio Siri, Leandro Sciutto, Luigi Caldanzano. I tre erano stati invitati ad esporre ad Alba, nei locali del Circolo Sociale, proprio nel periodo della Fiera del tartufo. La mostra di queste «ceramiche futuriste» venne organizzata anche grazie all’aiuto di Piero Simondo, che nell’agosto successivo, espose insieme con Gallizio al Ristorante Lalla di Albisola, immergendosi in un ambiente creativo e cosmopolita. Qui Gallizio incontrò il pittore danese Asger Jorn, decisiva fonte d’influenza nel suo percorso d’artista.
Infatti, nel settembre successivo, ad Alba, verrà fondato il Laboratorio Sperimentale del Movimento Internazionale per una Bauhaus Immaginista.
L’idea di illustrare i manifesti della XXV Fiera del tartufo nacque proprio ad Albisola. Ogni partecipante lasciò sui cartelloni il proprio segno che variava a seconda della sensibilità e della poetica. Qualcuno dipinse un solo esemplare, altri più di uno, fino alla miniserie molto bella di Tinin Mantegazza. Anche Farfa, il «miliardario della fantasia», figura carismatica del Futurismo, regalò ad Alba il “suo tartufo”. I manifesti, nel 1955, vennero esposti nella sala del ristorante della Fiera, allestita nel cortile della Maddalena.
Il divertimento e l’atmosfera rilassata e festosa si percepiscono bene ancora oggi, scorrendo i manifesti – in cui si individuano temi abbastanza ricorrenti e inevitabili (il cane che ricerca il tartufo, la tavola imbandita), come pure scelte meno scontate e del tutto autonome (Giovanni Tinti, ad esempio, ritrae lo scorcio di una piazza di Alba, che oggi appare molto trasformata).
Non si può fare a meno di notare, poi, la presenza significativa delle streghe: per sottolineare probabilmente una dimensione “magica” del tartufo, o per evocare, pescando nel folclore locale, le «màsche» langarole.
I due manifesti di Aligi Sassu furono acquistati da un collezionista albese. Di altri (come quelli di Asger Jorn – almeno un paio – riconoscibili in una vecchia fotografia) non è stato possibile, al momento, rintracciare la collocazione. Molti furono conservati dallo stesso Pinot Gallizio, e poi da suo figlio Pier Giorgio. Tre opere (quelle di Fontana, di Farfa, e il manifesto a quattro mani di Gallizio e Simondo) vennero esposte nel 1998, ad Alba, nell’ambito della mostra «Le Langhe e i loro pittori», organizzata dalla Fondazione Ferrero.
In seguito all’improvvisa scomparsa di Pier Giorgio Gallizio, nell’autunno 2003, la sua collezione d’arte contemporanea è finita all’asta; un blocco di altri 45 manifesti è stato così acquistato dalla Fondazione Ferrero e dal Centro Studi «Beppe Fenoglio» di Alba.
Tinin Mantegazza, uno degli artisti coinvolti nel 1955 da Gallizio, oggi ricorda; «Rivedere quei miei disegni dimenticati, frutto dello stile immaturo di un ventenne alla ricerca di identità artistica, mi ha riportato agli anni favolosi degli “incontri albisolesi”, eravamo una bizzarra colonia estiva: pittori e scultori d’ogni età e diversa maestria. Non c’erano differenze tra celebrità, dilettanti e giovani di più o meno valida promessa: eravamo tutti lì, tra il Bar Testa e le fornaci, a parlar d’arte e di società civile. Erano anni economicamente difficili per tutti, ma la passione non ci mancava, praticare l’Arte significava fare prima di tutto una scelta di vita. Pinot apparve un giorno lì, al Bar, cordiale, coinvolgente, a parlare d’arte e della sua Alba. [...] Alla sua richiesta di partecipare, disegnando manifesti, alla Venticinquesima fiera del tartufo rispondemmo in parecchi, tra noti e ignoti, perché anche Gallizio aveva capito il curioso clima dell’assieme artistico d’Albisola e aveva invitato senza discriminazioni. [...] Se ci fosse un posto nell’aldilà, riservato agli artisti, Pinot sarebbe certamente stato lì ad accoglierli e organizzare, discutere, predisporre fogli per manifesti per la Sagra del Nettare o del Cherubino».
Sulla scia dell’idea di Pinot Gallizio, agli allievi del locale Liceo Artistico (intitolato al pittore albese), è stata proposta la realizzazione di un manifesto che potrebbe diventare l’immagine guida per l’edizione 2007 della Fiera Nazionale del Tartufo Bianco d’Alba. A partire da sabato 4 novembre sarà visitabile la sezione dedicata ai manifesti degli studenti e sarà possibile incontrare alcuni artisti, autori delle opere del 1955.
APPROFONDIMENTO – tratto da internet : postato da: ocraweb | settembre 30, 2006 :30 |