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19.01.21

Il treno della Memoria - 2013

Il treno della Memoria - 2013


Anche quest’anno il progetto del Treno della Memoria, che coinvolge centinaia di ragazzi provenienti da tutta l’Italia, è andato in porto. Con una particolarità: a partire da Torino, Milano e Udine martedì 12 marzo non sono stati treni, ma autobus; la crisi ha costretto gli organizzatori del viaggio ad adottare una soluzione più on the road del solito. Dopo quasi venti ore di viaggio l’arrivo a Cracovia, città antica e viva, e la sistemazione negli ostelli (alcuni anche nel centro storico).
E’ a partire da venerdì che il programma, fatto di visite, momenti di riflessione ma anche di momenti di libertà, inizia a dispiegarsi; i ragazzi vengono portati al ghetto, dove sorge tutt’ora la fabbrica di Oskar Shindler, e al quartiere ebraico, il Kazimierz, per poi assistere la sera ad una rappresentazione teatrale basata sui dialoghi di un processo contro le SS.
Il giorno successivo è esclusivamente dedicato alla visita dei campi di Auschwitz e di Birkenau, la vera anima del viaggio: se il primo colpisce per l’esposizione degli oggetti, dei capelli e delle foto di alcuni deportati, per la possibilità di visitare sia le celle che le camere a gas e i forni crematori, il secondo disorienta per la vastità e il vuoto, perché a parte le ricostruzioni di due blocchi in legno ad occupare il campo sono solo i resti dei comignoli e le fondamenta dei forni, rasi al suolo dai nazisti durante la ritirata.
Una visita che è un pugno nello stomaco, fatta di emozioni immense e culminante con la commemorazione al mausoleo di Birkenau e con l’adozione simbolica di un deportato.
La domenica è dedicata alla riflessione, con la grande assemblea plenaria (alla quale partecipano alcuni partigiani e sopravvissuti ai campi di sterminio) nel pomeriggio all’Auditorium Maximum, quasi completamente occupato dai più di novecento partecipanti diventati ormai testimoni di quanto l’uomo possa operare nel bene e nel male. L’obbiettivo è raggiunto, da quel momento ognuno è consapevole di quanto questa esperienza, che molte istituzioni hanno evitato di finanziare, non sia solo importane ma anche necessaria perché il passato non muoia con gli ultimi reduci di un periodo terribile. La serata si conclude con una festa, per sfogarsi e salutarsi al meglio prima della partenza di lunedì.
Non ci sono parole per descrivere quanto questo viaggio abbia unito tutti, chi scendeva dagli autobus per tornare a casa chiedeva contatti, numeri, salutava i compagni come fratelli. E nonostante questo, il progetto del Treno rischia di scomparire, per mancanza di fondi o responsabilità. In molti sembrano non aver capito quanto tutto questo serva per trasformarci in persone migliori, informarci e permetterci di impedire che in futuro violenze del genere si ripetano, cosa niente affatto scontata.
Non si tratta di crescere generazioni di eroi; si tratta di diventare tutti quanti un briciolo più civili, anche se di poco. Non può che farci bene.

Giulia dopo il viaggio in Polonia (Cracovia)