Studenti delle Scuole Superiori di Alba in visita a L’Aquila per il Premio Città di Alba
Siamo tornati dall’Aquila dove Venerdì 11 novembre è stata inaugurata la biblioteca dell’Istituto d’Istruzione Superiore O. Colecchi, realizzata grazie alla donazione del “Premio Città di Alba” 2009 alla Provincia dell’Aquila e intitolata allo scrittore albese Beppe Fenoglio.
Siamo tornati dall’ Aquila e abbiamo portato con noi l’abbraccio dei nostri amici, il loro sorriso gentile, la cordialità e l’affetto con cui ci hanno accolto e ospitato nella loro terra così ferita e provata.
Di queste case/non è rimasto/che qualche brandello di muro/Di tanti/che mi corrispondevano/non m'è rimasto/neppure tanto/Ma nel mio cuore/nessuna croce manca/E' il mio cuore/il paese più straziato. Le parole di Ungaretti esprimono nella maniera più immediata e chiara i nostri sentimenti mentre camminiamo nel centro storico della città, immobile tra le sue macerie: tonnellate di materiali derivanti dai crolli e dalle demolizioni.
Città d'arte e di monumenti, l'Aquila - il suo centro - è rimasta intatta nella sua quasi totale distruzione: il confronto tra le immagini di ieri e di oggi propone plasticamente tutto il non fatto, il lasciato stare, il caduto e il lasciato cadere.
A due anni e mezzo dal terremoto di magnitudo 6.3 che alle 3.32 del 6 aprile devastò L'Aquila e provincia, provocando oltre 300 morti, circa 2.000 feriti e la distruzione di un ingente patrimonio architettonico, la ricostruzione procede a rilento e nessuno sa veramente "quando" la situazione tornerà normale. I problemi riguardano principalmente le case classificate 'E', ovvero quelle gravemente danneggiate. I privati, infatti, non possono iniziare i lavori finché non viene redatto dai Comuni il piano di ricostruzione del centro storico; ma, ad esclusione dell'Aquila, dove è stato presentato il 30 per cento circa dei progetti di edifici 'E', nei piccoli comuni del cratere il centro abitato coincide proprio con quello storico. Nel solo capoluogo risultano danneggiati 16 mila edifici e, di questi, 8.700 sono classificati 'E'.
Siamo stati profondamente coinvolti dalla domanda, che con composta sopportazione e dignità gli abruzzesi e gli aquilani, così colpiti, rivolgono: potremo mai tornare a casa?
Un aspetto cruciale della tragedia è che una città non è soltanto case da rimettere in piedi, ma anche una rete di relazioni e appartenenze; questo sembra un’ovvietà, eppure ancora oggi la comunità degli aquilani si sente smembrata. Le famiglie che prima abitavano negli stessi quartieri sono state sfollate in maniera disomogenea, disperse le vicinanze ed amicizie, mancano i luoghi di ritrovo per gli abitanti, il centro storico tanto amato dai giovani e prima sempre affollato, è ora serrato, i cancelli di sbarramento controllati dai militari. Tutto ciò ha portato ad un aumento dei casi di ansia e depressione che sono causati non solo dal terremoto in sé, ma anche dal venir meno della rete sociale.
Il terremoto ha travolto, distrutto, sbriciolato. Ha ucciso. Si è portato via case, oggetti cari e quotidiani, e affetti, ricordi, tante giovani vite sono state spezzate, come nel caso della casa dello studente. Noi l’abbiamo visto lo spazio straziato e straziante, pieno di detriti e macerie, dove fino a quell’aprile del 2009 sorgeva l’edificio sotto il quale sono morti così tanti ragazzi. “E' triste leggere negli occhi di mamma e papà la certezza che neanche stasera tornerò a casa": è la scritta che accompagna le foto degli otto ragazzi morti nel crollo della Casa dello Studente.
Ci è stato raccontato di un paese a circa una decina di chilometri da L’Aquila, Onna, “rasa al suolo due volte nella sua tragica storia, prima dai nazisti in ritirata e poi dalle scosse.” Un paese interamente distrutto, un borgo che non c'è più, spazzato via dal sisma. Non c’è neanche un’abitazione che non abbia riportato gravi lesioni. All’ingresso del paese sono almeno tre gli edifici di cui ormai non si riconoscono più neanche i contorni. 50 morti su 300 abitanti. L’ultima tragedia di Onna prima del terremoto era stata una strage compiuta l’11 giugno 1944 da militari tedeschi in ritirata durante la seconda guerra mondiale, due giorni prima della liberazione dell’Aquila. Sul posto furono trucidati 17 civili innocenti. Ora Berlino ha offerto il risarcimento per la strage nazista: l’ambasciatore di Germania si è recato personalmente sui luoghi devastati dal sisma e ne ha visitato le macerie, assicurando un pronto interessamento del suo Paese per aiutare Onna nella ricostruzione della sua chiesa romanica.
Anche la Russia, ci è stato detto, e il Kazakistan si sono impegnati ad inviare fondi per ricostruire i monumenti frantumati: e gli altri? Una città meravigliosa come l’Aquila non può essere destinata a soccombere per sempre sotto le proprie macerie. Gli aquilani sanno benissimo che possono e devono fare da sé, ma non è accettabile che li lasciamo soli.
Siamo tornati a casa, ma da ora in poi l’Abruzzo non sarà più per noi soltanto una “marca” un po’ isolata e lontana sulla costa italiana, un luogo da percorrere velocemente in autostrada per raggiungere altri luoghi… ma una concreta testimonianza di quello che siamo e saremo chiamati a fare per contribuire a restituire dignità al popolo abruzzese. (Gli studenti del Liceo Artistico e la loro insegnante, prof.ssa Francesca Bosio, di ritorno dall'Aquila)
Io sono L'Aquila. 23 novembre 2011: guarda il video
Guarda il video 1 dell'Aquila 29 mesi dopo il terremoto (attendi il caricamento)
Video 3
Video 4: concerto per L' Aquila
Viaggio a L'Aquila - Programma 1 - 2 - 3
Visita guidata della città di L'Aquila:
1. 99 Cannelle
2. Via XX Settembre (ora Via 6 Aprile)
3. Basilica di Collemaggio
4. Piazza Duomo e zona rossa - guarda il video (attendi il caricamento)
Visita guidata della città di Pescina - Visita del Centro Studi Ignazio Silone e della Casa Museo "Giulio Raimondo Mazzarino".
Lo scambio fra Alba e L'Aquila raccontato sui quotidiani online
Approfondimenti
Conclusione del "Premio Città di Alba – Alba Pompeia" alla Provincia dell’Aquila (anno 2009): donazione per la realizzazione della Biblioteca dell' Istituto d'Istruzione Superiore "Ottavio Colecchi" - L'Aquila
Le fotografie scattate da Noemi Vola - classe V A del Liceo P. Gallizio